lunedì 28 gennaio 2008

Signora mia

Ascoltando Sandro Giacobbe, non per caso, ed impegnando il mio tempo in giri tra i blog più disparati, ho deciso: Scendo in campo. Scendo in campo perché sono sdegnato, scendo in campo perché non ne posso più. Il mio è un atto politico. Negli ultimi giorni ho assistito a momenti che di certo resteranno nella squallida storia della nostra cara seconda repubblica, ma quello che mi ha fatto maggiormente schifo è stato il magico trasformarsi di ogni singola testa di cazzo che io conosca e che possieda un blog, in un fine commentatore politico stile editorialista del corriere della sera. I blog che abitualmente leggo, esclusi quelli denotati da una lieve vena artistica, si sono riempiti di commenti più o meno positivi alla caduta del governo, di scatti di moralità anti-cuffariana o ancora di pseudo-sdegno per quanto successo giovedì nell’aula del Senato. Se qualcuno, tra tutte queste grandi teste di cazzo, conoscesse minimamente la storia della repubblica italiana, le vicende dei protagonisti, i singoli casi e dibattiti, penso che certamente non scriverebbe cose del genere. Mi si potrebbe obiettare il fatto di avere scritto anch’io (proprio in queste righe) il mio parere a riguardo. Ebbene, se l’ho fatto non me ne sono accorto e comunque non volevo farlo. Volevo soltanto dire quanto mi vergogno di venire periodicamente o abitualmente a contatto con gente che fa del disinteresse la propria ragione di vita e poi si erge a giudice massimo dei costumi politici, con gente che alza quello schifosissimo pugno sulle note di bella ciao e poi dentro una cabina elettorale probabilmente farà una crocetta sul simbolo del Piddì; mi vergogno di conoscervi. Di certo non sono io il vate, non sono io il grande conoscitore della politica, non sono l’esperto o il deus ex machina che vi moralizzerà e meglio ancora correggerà il vostro falso moralismo. Da Comunista, però, la sera di giovedì 24, ho brindato alla caduta del governo.

Ribadisco. Mi fate schifo.

mercoledì 16 gennaio 2008

Allarme

È già qualche giorno che ricevo sollecitazioni a scrivere quest’intervento. Dunque lo scrivo. Questo intervento è dedicato alla nascita dell’ultimo progetto musicale di cui io sia a conoscenza: i Magallica! Il nome farebbe pensare ad una demenziale cover-band-metallica..invece no. Il gruppo è nato dall’idea di Palo e Tafazzi (all’epoca dell’idea ancora conosciuto con lo pseudonimo “Andrea Giglio”) e dall’accollatività di Azzolini (io) e Toro. Ma passiamo alle cose concrete. I Magallica nascono come gruppo cover Black Sabbath, e prendono ispirazione, per il loro nome, dagli insegnamenti dell’unico, inimitabile, mitico, ineguagliabile, incommensurabile, insuperabile Giancarlo “Culo” Magalli (conosciuto anche come “Magalli come il Culo”). L’idea, lanciata da Palo e Tafazzi, come dicevo, trova subito una risposta positiva da parte degli altri due e si arena (come le balene) inizialmente su discussioni inevitabilmente legate al nome. Il primo nome proposto era, Polka Tulk (anche qui sarebbe stata fondamentale l’influenza esercitata sul gruppo dal celebre filosofo Francesco Pillitteri)..pietoso. Non trovando, però, un nome adatto, e non avendo alcuno stimolo impellente di correre al box, il gruppo dovette aspettare lo scioglimento dei gloriosi Shaft, per avere uno slancio che lo avrebbe portato alla prima prova, soprattutto come palliativo alle sofferenze di Giglio, ormai da tutti conosciuto come Tafazzi. I Magallica suonarono la prima volta (e nel momento in cui scrivo questo post, anche l’unica) sabato 12 gennaio 2008 al mitico box di Palo in Via Pipitone Federico, portando come pezzi iniziali per constatare le capacità e la coordinazione, “Paranoid” ed “Electric Funeral”; i pezzi, riusciti in maniera soddisfacente, hanno dato il via alla carriera di questo gruppo che momentaneamente sta preparando “Iron Man” e che ha grandi progetti per il futuro (“Children of the grave”, “Cornucopia”, “Faires wear boots”..).

Riassumiamo il tutto in una breve scheda che sicuramente sarà d’aiuto ai numerosi fan che un giorno proveranno a ricostruire la nostra biografia (mentre noi dall’apice del successo li guarderemo con sdegno, godendoci il nostro martini sulla nostra poltrona galleggiante nella nostra piscina della nostra casa alle Bahamas)

Nome: Magallica

Componenti: VOCE -- Paolo Capuano (“Paolo Culo Culo”, “Capuemo”); CHITARRA – Andrea Giglio (“Tafazzi”); BASSO – Mauro Azzolini (“Azzolini”, “Azzolini come il culo”); BATTERIA – Paolo Toro (“Toro”, “Torello”).

Riferimento Musicale: Black Sabbath

Riferimenti Filosofici: Giancarlo “Culo” Magalli, Francesco Pillitteri, Sir William Cioccington

Progettiamo esibizioni a breve scadenza, ma al momento è Topa-Secret

lunedì 7 gennaio 2008

Tutti i miei sbagli

Adesso ho paura..prima non avevo niente da perdere. Niente. Adesso ho qualcosa più di niente, che è sempre troppo poco, ma ho paura di perderlo. Ho paura..e resto immobile in attesa di un segnale.

mercoledì 2 gennaio 2008

Ophelia

“..Visioni frasi spezzettate si affacciano di nuovo alla mia mente..”, Guccini canta dal mio stereo e io provo a fare mente locale su molte cose. Prima tra tutte (me non per importanza) cosa minchia ho fatto a capodanno..si vabè prima siamo stati da Ghero, poi da Livio, in mezzo ci sono l’indianata, le canzoni, il brindisi, le partite a scacchi, eccetera; ma io penso di essermi perso qualcosa. Solo piccoli frammenti mi tornano davanti agli occhi. Ricordo quando mi è caduta la salsiccia a terra e quando poi l’ho sputata a Davide, ricordo Davide che sbocca e noi che rompiamo le palle a Mirko e Giulia, ricordo che è arrivato Franco e che Marta si è ubriacata, ricordo il mini-massacro del Tasso e di Giglio e Luca e Gaia che filmavano i miei concerti, ricordo le figurine di cui non riuscivo a leggere i nomi e la frittata con le patate, insomma qualcosa me la ricordo..
Il secondo punto è Lei. Non c’è molto da scrivere, forse niente, perché in realtà non esiste niente. Esiste solo la mia solitudine e la constatazione di una certezza. Lei ha fatto solo il suo dovere..è stata onesta, lo era stata anche in precedenza, sta volta è stata esplicita e diretta, ha fatto bene, non mi dovevo illudere, non credo di essermi illuso, ma mi hanno insegnato a non arrendermi mai. Mi hanno insegnato a cambiare se ce n’è bisogno, mi hanno insegnato a capire quando le scuse sono scuse e quando la verità è vera. Lei è indubbiamente unica, ma purtroppo non è con me, non mi vede e probabilmente nemmeno pensa a me. È questo che fa male.

domenica 16 dicembre 2007

Mirror Train

Il mondo sta per finire…ne sono più che sicuro. Ho annunciato diverse volte l’evento, ma questa è la prima volta in cui le circostanze non possono che essere rivolte in questa direzione. Diciamo che le mie considerazioni non vengono dal nulla, ho infatti cominciato a leggere l’ultima enciclica pubblicata da nostro amato Benedetto XVI, Spe salvi; ed in mezzo a tutti quei discorsi relativi alla speranza, alla salvezza e alla speranza come salvezza, ho cominciato a Dubitare. Era davvero la prima volta…era la prima volta che dubitavo del Socialismo. Colonna sonora della mia vita, il pessimismo, mi spinge a non credere a niente, o meglio a credere che da tutto difficilmente verrà qualcosa di buono. Ma succedono cose strane forte, cazzo. Le persone litigano e o alla ricerca di consigli o alla ricerca di salvezza chiedono aiuto a me..ed io ci provo ma finisco per trovarmi sempre coinvolto da un lato o dall’altro. Succede che il mio migliore amico non è più single ed io sono contento per lui e succede che mangio belle fette di carne con me stesso, sono orgoglioso quando capisco da prima che c’è qualcosa tra due, anche se le ultime due cose che ho detto non c’entrano niente l’una con l’altra. Dovrei studiare ma non mi va per niente. Sono stanco e ieri sera ho pure perso ben ottanta centesimi a poker (che considerando, ad esempio, le mie finanze odierne, corrisponderebbero al 50% del patrimonio a mia disposizione). Non so come arriverò a Capodanno, in qualche modo farò, ma tra meccanici, assicurazioni e debiti vari so solo che i dindini non mi bastano più. Parliamo di cose più allegre? NO! Non c’è motivo. Anzi arrivederci, devo uscire. Forse.

lunedì 10 dicembre 2007

Farewell

E va bene..per ora sono sul malinconico andante. Non sono triste o depresso. Mi capita però sempre più spesso di pensare alla mia vita qualche anno fa. L’elenco delle cose per cui è valsa la pena nascere è pieno di cose appartenenti ad un capitolo ormai scritto della mia esistenza…l’altro post dedicato a silvia mi fa rendere conto di quanto tutto mi manchi. Non vedo nel domani la possibilità di trovare nelle persone quello che sono riuscito a trovare fin’ora non perchè non ce ne siano di bellissime in giro (intendo belle interiormente) ma soltanto perché non sono predisposto io allo stesso modo. Ripasso tranquillamente ogni sera prima di addormentarmi i momenti, o meglio, i ricordi che mi restano dei momenti più belli…mi passa davanti agli occhi quel quarto ginnasio vissuto in una dimensione tutta mia ed unicamente in funzione delle poche persone che riuscivo a reputare amiche…mi passa il quinto ginnasio con tutta la sua passione politca e con l’esperienza di un qualcosa che ormai non c’è più, i primi momenti di socializzazione con i compagni…poi c’è il terzo anno…quel meraviglioso primo liceo che ha cambiato la mia vita con tutti i nuovi amici, la nuova musica e nuove ragioni di vita..i primi amori e le prime delusioni, i primi tiri, il cambiamento totale dentro e fuori..c’è il secondo liceo, l’anno della maturità, l’anno delle sigarette, l’anno della distruzione interiore, l’anno dark, l’anno della libertà, l’anno delle prime lacrime…e infine arriva il quinto anno, l’anno di hillary e di tutte le stupende emozioni che con lei ho provato estraniandomi dal mondo. Non voglio qui fare un elogio del passato ne buttare una sola goccia di merda su quello che ho vissuto. Perfetto è cominciata una nuova era ma fortunatamente mi rendo conto che le cose che realmente mi servono a sopravvivere sono qui e non se ne andranno facilmente.
C’è Irene, c’è Andrea, c’è Kingo, c’è Giglio, c’è Guccini, ci sono i Pink Floyd, ci sono i Cccp, c’è Rita Hayworth che mi guarda dall’alto, ci sono le Lucky Strike rosse, c’è Argo, c’è il mio albero di natale, ci sono le mie lacrime, i miei piedi, la mia Suzukina verde ormai auto-fogna, c’è quella falce accanto al martello da cui non si staccherà mai, c’è Kubrick e c’è la voglia di crescere e il mio eterno ozio. Ci sono io, e questo mi basta. Resto in piedi!
Alla faccia degli invidiosi!

giovedì 6 dicembre 2007

A Silvia

Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale…ricordi i tempi di “Tacchino e lacrime”, i tempi del Babbarasatàio e di tutti gli altri neologismi (Sciaparancazzuòla, Cascheramamontialpòrtel, Tascarepetàndio, ‘Nselkerpadorli, Stipocafarandia, Alapapapapparèda, Bradacatapònti), le ore di Pedro passate a recitare o a ridere di Garcia Lorca e Vicente Alexandre, i miei conti per trovare i soldi per andare in Grecia e le tue lettere ad Andrea, i giochini con i quattro numeri da indovinare e i disegni che appendevamo al muro; ho trovato un block notes dell’anno scorso…una pagina a caso: “…8 marzo 2007…giovedì…ora di storia…mancano 5 minuti…mancano 4 minuti…mancano 3 minuti…mancano 2 minuti…manca un minuto!”..chiaramente manca la fine perché sono scappato prima. Mi accorgo che mi manchi. E penso a quell’anno..ai miei disegni del pupazzo allucinante e al tuo conto alla rovescia ogni volta che dovevi andare a Roma, il gloglottare continuo che ci contraddistingueva..i tempi del corso di teatro e della mia opera minimalista “Glo Glo”..i tempi di “Tua madre e il pastore” by Teocrito, i tempi di g-gl-gli per dirlo bene, i tempi del mio amore e del mio motto, i tempi dell’erezione del Vesuvio e delle poesie sconce di Marziale che ricopiavo sempre, i tempi del Bidupede di Sofia, e delle gare di battute con Andrae, i tempi dei colossali nomi-cose-città con Vittorio che inventava animali tipo il Pavero..i tempi dei compiti in classe copiati l’uno dall’altra e di quelli di storia costruiti insieme, i tempi della nostra opera teatrale “Che modi!” rimasta tristemente incompleta, i tempi in cui tu prendevi appunti su Inconscio-Preconscio-Conscio e io dormivo beatamente seguendo le orme di DiCaro, i tempi passati a scrivere le minkiate dei professori (“Quello che ognuno di noi siamo” T.Gullo – “Raccogliendo una certa quantità di migliaia di voti” F.Pennisi) e i capolavori nelle versioni (“Dopo che mia madre terminò, tutti i maltrattamenti dovevano morire sapevano che era colpa sua” DiCaro); i terribili minuti passati a sudare freddo in attesa degli sms con cui tua sorella ci passava le versioni di greco, e quelli di maluchiffare in cui io disegnavo le bandiere e tu le chiavi di violino, insomma quell’intero ultimo anno scolastico che abbiamo vissuto fianco a fianco e che ora mi manca tanto.