martedì 7 agosto 2007

L'era del cinghiale bianco

Domenica 5 agosto, ore 21.30, teatro di Verdura stracolmo per l'occasione: Franco Battiato, "il Maestro", intrattiene Palermo per più di due ore con un concerto magnifico. Prima del concerto passo dai camerini con mio padre per stringergli la mano, sembra un po senza voce..fa niente; sale sul palco costruendo l'apertura su un pezzo dal disco nuovo e su "Povera patria" le cui parole a distanza di venticinque anni risuonano purtroppo attuali. Ad accompagnarlo, svelati pezzo dopo pezzo da un originale gioco scenico, ci sono un pianoforte, una tastiera guidata dal fedele Privitera maestro di effetti, un quartetto d'archi, un giovane trio chitarra-basso-batteria, e le favolose Mab, complesso metal formato da 4 ragazze sarde di adozione inglese. Il concerto scorre velocemente, si è già a metà quando un ispiratissimo ed autoironico Manlio Sgalambro cantà sulle sonorità pesanti delle ragazze, lasciando poi il palco tutto per loro - purtroppo solo per un brano. Nella seconda parte del concerto, un Battiato decisamente in "serata sì" regala al suo pubblico brani come "La Cura", "E ti vengo a cercare", "Voglio vederti danzare" e "Amore che vieni amore che vai"; una volta lasciato il palco le urla del pubblico restio ad andare via permettono il ritorno del maestro e della sua compagine musicale, impegnandoli in un bis costituito da "L'animale", "Prospettiva Nevskij" e "L'era del cinghiale bianco", pezzo dopo il quale, ancora una volta Battiato lascia il palco. Il ritorno, qualche minuto dopo è trionfale, e con l'aiuto delle meravigliose Mab viene riproposto in medley, quasi l'intero repertorio de "La voce del Padrone", cominciando da "Bandiera bianca", passando per "Sentimiento nuevo" e "Gli Uccelli", fino ad arrivare al capolavoro di "Centro di gravità permanente". Ore 0.10, le luci si riaccendono, la massa scorre lentamente fuori, il concerto è finito.

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