martedì 30 ottobre 2007

La canzone dell'amore perduto

Ricordi sbocciavano le viole
con le nostre parole:
"non ci lasceremo mai,
mai e poi mai"
Vorrei dirti, ora,
le stesse cose
ma come fan presto, amore,
ad appassire le rose
così per noi.
L'amore che strappa i capelli
é perduto ormai.
Non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza.
E quando ti troverai in mano
quei fiori appassiti
al sole di un aprile
ormai lontano li rimpiangerai.
Ma sarà la prima
che incontri per strada,
che tu coprirai d'oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo
E sarà la prima
che incontri per strada,
che tu coprirai d'oro
per un bacio mai dato,
per un amore nuovo.


...mai come oggi posso capire tutto ciò.

domenica 28 ottobre 2007

Long Train Running

Pochi eventi riescono a fare riflettere sul vero significato della parola “Delirio”. Uno di questi è sicuramente la festa di compleanno del Tasso e di Zerbo che si è tenuta ieri sera a casa di quest’ultimo. Breve resoconto: il tutto comincia alle 5memezza quando vado a prendere il tasso e Claudia da Ganci e ci rechiamo allegramente a casa di Zerbo per sistemare; piccolo particolare quel poco che c’era da sistemare era già stato sistemato. Siamo dunque scesi diretti all’hard discount di via ReFederico; abbiamo comprato n.24litri di birra oltre che una bottiglia di Sambuca, una di crema di whiskey, una confezione di rotoli scottex fasani e una di air action vigorsol. Preso l’alcool e i suppellettili pulitori, ci siamo diretti in via Ximenes per prendere le pizze (6 familiari, delle quali dopo i primi 15 minuti di festa restavano solo poche briciole), ed infine in via dei cantieri a prendere un’amica del nazionalpopolarezebra. Siamo tornati sul luogo del delitto intorno alle otto menunquarto ed abbiamo già trovato persone ad aspettarci. Da quel momento ha avuto inzio un lungo e, probabilmente, interminabile via vai di gente. Dedico dunque questo pezzo di post all’elenco dei presenti che riesco a ricordare a memoria: Io, Zerbo, Tasso, Claudia, Ambra, Manfredi Agnello, Nazi, Gullo, Mirko, Majolino, Chiappara, Toro, Livio, Governale, Simona, Miriam (…), Sandra, Giulia, Isotta, Ponzi, Gengi, Edoardo, Ruben, Ruggero, Vezzi, Maria Pia, Giglio, Franco, Gas, Tommaso, Marta, Il biondo, Stevie, Arcuri, Sonny, Prestia, Ernestino, Lanieri, Orsi, Collura, Marcello, Skafirimuto, Marlet, Kingo, Marco Metallo, Luigi, Nino, Chicca, Valentina, Ornella, Sofia, la Tassina, Gueci, Lucio, Inguglia…e chi più ne ha più ne metta per la serie mancavano solo Parrucchino, Pempem, Cioccio e Carlone e poi eravamo vero al completo…ma chi…finì a cachì e olive. Molti ricorderanno i momenti salienti della serata, come l’arrivo di Livio con il megafono (caduto poi tristemente sotto il controllo growleggiante di Franco), o i lancio di rotoli di scottex fasani da un lato all’altro del salotto con successiva mummificazione di Prestia; e ancora la mia caduta all’indietro con tanto di capriola, le gare di rutti tra Ruggero e Governale, le disquisizioni politiche sul maoismo come terza e superiore tappa dell’evoluzione comunista, il trenino su “Il Triangolo”, la pisciata in balcone poiché il cesso era occupato causa sbocco, la pulizia (prevalentemente e giustamente femminile se si fa eccezione per l’aiuto dato dai due festeggiati); e poi i cori con marlet, toro, governale e arcuri interrotti dall’arrivo del tignuso del piano di sotto, i 18 sacchi dell’immondizia che si sono accatastati sul pianerottolo di casa Zerbo, la meravigliosa fiasca di vino rosso difronte alla quale io e marlet abbiamo dovuto deporre le armi, l’arrivo trionfale con le casse di birra, lo scatolone cosiddetto “dei canuzzi” ma in realtà pronto ad ospitare o Giglio o Ernestino. È impossibile riassumere la serata di ieri, ma di sicuro il ricordo che rimarrà dentro ognuno di noi basterà a colmare questo vuoto storico. Io nel mio piccolo ho dato una mano alla memoria collettiva.

Il Triangolo No!

venerdì 26 ottobre 2007

Around the world

Avevo promesso e mi ero ripromesso di dare ulteriori informazioni riguardo l’allucinante esperienza che è stata quella del viaggio d’andata in treno per Roma. È arrivato dunque il momento di svelare la verità..anche se poi non è successo niente di particolare.Dunque: Il treno è partito, chiaramente, con la sua classica mezzoretta di ritardo, e quando ancora non eravamo giunti all’altezza della stazione di Termini imerese, ho ritenuto più che giusto tirare fuori le 2 meravigliose confezioni di “Castellino”. Vanno premesse le condizioni nelle quali versavano gli scompartimenti immediatamente dopo i primi metri percorsi dal treno: considerando la miriade di molliche, sparse ovunque ed aggiunte alla socievole pellicola di polvere tipica di mezzi del genere, come pressocchè basilare; la metà delle persone presenti era irriconoscibile a causa di una strana nebbia diffusasi nel nostro rotaioviaggiante che rendeva decifrabili esclusivamente le sagome. Dopo avere tentato di impaccare il prelibato nettare degli dei che stringevo tra le mie mani ai miei scarsi compagni di scompartimento con cattivi esiti, prendo la comunistica decisione di condividere il mio bene anche con gli extracomunitari; mi avvio dunque verso il scompartimento nel quale spiccavano le autorevoli figure di Livio e Governale…offrendo incautamente loro da bere. Tralasciando quanto ognuno di loro abbia tenuto in ostaggio il mio meraviglioso vino del futuro, giungo alla notizia arrivatami qualche mezzora dopo. Mi trovavo non so in quale scompartimento, ricordo a stento la presenza di Irene, di Dones di Giulia e di pochi altri…quando arriva costanza (ma potrebbe essere stato anche Torregrossa, giuro che non me lo ricordo) comunicando il rigurgito antifascista dell’eroico compagno Livio che contro ogni imperialista imposizione ha manifestato il suo rifiuto con un atletico lancio di sbocco dalla terza cuccetta in alto a sinistra (e che non si dica che la provocazione è venuta da destra). Fortunatamente Governale, uomo di poche parole e di molti rutti si trovava li vicino a cantare, e raccogliendo tutta la sua forza e anche un bel po di carta sporca di sbocco, è riuscito a liberare (in parte) lo scompartimento da quell’ingombrante-puzzante presenza, ultimando le sue operazioni con la 76esima sigaretta della giornata il cui fumo era indirizzato unicamente verso la chiazza “così almeno la puzza se ne va” (come ha ammesso lui stesso).
Tra canti contesse e conti la serata è proseguita nei migliori dei modi possibili, e se oggi possediamo una testimonianza quasi tangibile di tutto questo lo dobbiamo a Rocco, eroe quasi immobile dell’ultimo scompartimento del vagone, il quale con spirito realista da cineasta di scuola ejzensteiniana, ha ripreso numerosi passi di quest’avventura, partendo dalla pubblicità del vino castellino da me ideata, fino ad arrivare ai momenti salienti del viaggio della più grande delle personalità: Marco Giordano. L’ubriacatura di Marco è qualcosa che passerà alla storia, sia per il carattere autolesionista del gesto sia per le conseguenze scaturitene. Tutto cominciò con un bicchiere di vino rosso versato da non si sa chi, che aggiungendosi a diversi sorsi del mitico castellino, e passando soprattutto per il duro lavoro di Comunismo e Brindisi di Sergio, ha portato al trionfo della via etilica al socialismo. Giordano in preda ad un raptus mistico ha cominciato a benedire le folle, sia quelle presenti sul treno che quelle oceaniche della stazione di Messina, dando vita ad una parabola che vedeva sulla parte ascendente il tasso di alcool nel suo sangue e su quella discendente la sua dignità. Con un pacchetto di patatine a mo di corona e qualche canzoncina da cartone animato, il treno è lentamente sprofondato in un sonno beato dal quale si sarebbe ripreso al grido di caffè (caro e orribile) del simpatico omino della stazione di Napoli.

In attesa della seconda parte del racconto su Roma accontentatevi di questo.
Hasta el Lambrusco siempre!

domenica 21 ottobre 2007

Baldi Giusso Razetti Zaccaria

Stordito. Stupito. Scorticato. Stanco. Contento. Tranquillo. Smanioso. Tutti questi aggettivi sono utili a descrivere il mio stato d’animo in questo momento. Non dovrei essere triste, non dovrei essere felice (e perché no?..perchè non è giusto?...in effetti non è giusto e nemmeno io penso che per un pò riuscirò ad essere veramente felice), non dovrei nemmeno essere medio..e considerando le ben poche alternative che mi rimangono, penso che direttamente farei meglio a “non essere”; ma siccome me ne fotto, come me ne sono sempre fottuto, di tutto e di tutti, mi faccio i cazzi miei e provo a godermi la vita in quei rari momenti concessimi. Uno di questi momenti ha avuto inizio venerdì sera, intorno alle ore 19.00, quando alla stazione centrale di Palermo, un gruppo di simpatici ed anacronistici comunisti e simpatizzanti si è riunito per recarsi ancor più simpaticamente alla manifestazione di Roma prevista per il giorno dopo. Non mi soffermo, naturalmente a parlare delle basi su cui questa manifestazione si fondava, o peggio ancora delle organizzazioni che la organizzazionavano, non mi interessa farlo e mi annoia da morire. Passo, piuttosto, in rassegna l’allegro esercito di eroi che ha preso parte con me alla spedizione verso la capitale. Scompartimento 54: sei cuccette che in teoria avrebbero dovuto avere come legittimi occupanti il sottoscritto, Irene, Mirko, Davide e altri due sconosciuti; risultato: io e irene siamo rimasti; di davide e Mirko nessuna traccia; gli sconosciuti continuo a non conoscerli e quindi non so che fine abbiano fatto. Altri eroi: Poldo, uomo dal piluradar e mio compagno di delirio costante; Zerbo, zerba zerva uomo assolutamente inutile e capace soltanto di spegnermi una sigaretta sull’avambraccio non contento di avere cacato la minchia a tutti (nonostante quello che ho appena detto senza di lui il viaggio non sarebbe stato uguale); Farid, uomo imbucans, grazie alla disattenzione di tutti si è fatto un bel viaggetto gratis; Governale, tra rutti, battutacce e imitazioni di giordano si è reso utile a tirare su il morale oltre che a pulire il suo scompartimento nel viaggio d’andata; Livio, il metallaro hippie è riuscito a vincere il premio di primo sboccante del treno speciale Palermo – Roma, l’ho conosciuto 10minuti prima di salire sul treno e ho detto “Quello è il mio ddio”; Altri Eroi Minori: Scompartimento n. non so quanto: Sandra, Dario, Martina, Isotta e Davide (penso che l’ultimo si chiamasse così..non ne sono sicuro); Marco Giordano, non dimenticherò mai la sua benedizione, ne la sua stupenda interpretazione della sigla di Pollon; e poi ancora Gengi, Vezzi, Ruben, Edoardo, Costanza, Dones, Rocco e tanti altri. Dato che il racconto delle singole nottate merita un approfondimento maggiore, mi riprometto di scriverne al + presto. Adesso mi sono rotto le palle. Buona vita a tutti, soprattutto a quelli che sono talmente schiffarati da passare il tempo a leggere questo blog che li pallia, e li pallia soprattutto perché loro non capiscono dove si trovi il pallia mento, anche se c’è ed è evidente.

A presto.
Champagne forever.