giovedì 6 dicembre 2007

A Silvia

Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale…ricordi i tempi di “Tacchino e lacrime”, i tempi del Babbarasatàio e di tutti gli altri neologismi (Sciaparancazzuòla, Cascheramamontialpòrtel, Tascarepetàndio, ‘Nselkerpadorli, Stipocafarandia, Alapapapapparèda, Bradacatapònti), le ore di Pedro passate a recitare o a ridere di Garcia Lorca e Vicente Alexandre, i miei conti per trovare i soldi per andare in Grecia e le tue lettere ad Andrea, i giochini con i quattro numeri da indovinare e i disegni che appendevamo al muro; ho trovato un block notes dell’anno scorso…una pagina a caso: “…8 marzo 2007…giovedì…ora di storia…mancano 5 minuti…mancano 4 minuti…mancano 3 minuti…mancano 2 minuti…manca un minuto!”..chiaramente manca la fine perché sono scappato prima. Mi accorgo che mi manchi. E penso a quell’anno..ai miei disegni del pupazzo allucinante e al tuo conto alla rovescia ogni volta che dovevi andare a Roma, il gloglottare continuo che ci contraddistingueva..i tempi del corso di teatro e della mia opera minimalista “Glo Glo”..i tempi di “Tua madre e il pastore” by Teocrito, i tempi di g-gl-gli per dirlo bene, i tempi del mio amore e del mio motto, i tempi dell’erezione del Vesuvio e delle poesie sconce di Marziale che ricopiavo sempre, i tempi del Bidupede di Sofia, e delle gare di battute con Andrae, i tempi dei colossali nomi-cose-città con Vittorio che inventava animali tipo il Pavero..i tempi dei compiti in classe copiati l’uno dall’altra e di quelli di storia costruiti insieme, i tempi della nostra opera teatrale “Che modi!” rimasta tristemente incompleta, i tempi in cui tu prendevi appunti su Inconscio-Preconscio-Conscio e io dormivo beatamente seguendo le orme di DiCaro, i tempi passati a scrivere le minkiate dei professori (“Quello che ognuno di noi siamo” T.Gullo – “Raccogliendo una certa quantità di migliaia di voti” F.Pennisi) e i capolavori nelle versioni (“Dopo che mia madre terminò, tutti i maltrattamenti dovevano morire sapevano che era colpa sua” DiCaro); i terribili minuti passati a sudare freddo in attesa degli sms con cui tua sorella ci passava le versioni di greco, e quelli di maluchiffare in cui io disegnavo le bandiere e tu le chiavi di violino, insomma quell’intero ultimo anno scolastico che abbiamo vissuto fianco a fianco e che ora mi manca tanto.

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